Page 13 - Cerveteri in Mostra
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I sedici quadri in esposizione in questa Mostra iniziano dalla visione delle
tombe etrusche, scavate nel tufo rosso o costruite con blocchi squadrati,
abbellite sia all’interno che all’esterno con cornici, scale, imponenti tumuli
e sontuosi dromoi d’ingresso. Gli interni riproducono le architetture
domestiche, quasi a voler ricreare intorno ai morti il calore della loro casa
e dei loro affetti. Sono strutture maestose, che ospitavano, in alcuni casi, i
potenti Lucumones, che governavano la città, ed erano visibili dalla collina
dell’abitato, ricordandone l’importanza ed il potere. Dentro queste sontuose
sepolture venivano deposti corredi di suppellettili preziose, destinate
al banchetto e alla vita nell’al di là. Spettacolo meraviglioso di monumenti
immersi nel verde, all’ombra di possenti querce, circondate di campi di
asfodeli. Colori vivi e pieni di luce, dai quali, nei disegni sembra diffondersi
il silenzio e la pace del riposo eterno.
Vi sono pure riprodotti, con grande maestria di sapiente architettura,
alcuni scorci del castello, con le torri, databili probabilmente al XVI secolo,
rifacimento degli Orsini, con la creazione di un antichissimo orologio
meccanico, che spicca sulla torre ovest e la porta Santa Maria, dalla quale si
usciva con un ponte levatoio, che permetteva di superare il fossato che circondava
il maniero. Sullo sfondo la chiesetta medievale, di stile romanico e il Palazzo
Orsini-Ruspoli, cornici della bellissima piazza Santa Maria, luogo di romantici
incontri e di gioiose grida di bambini.
Altra fonte di ispirazione per l’artista sono state le viuzze strette e suggestive
del Borgo medievale, posto su di un costone a forma di scarpa, con le pareti
scoscese e le case disposte sul ciglio della rupe, a formare una corona difensiva
del piccolo centro, abitato da villici e dipendenti dei signori, ma anche da
famiglie nobili e benestanti, come dimostrato dalle importanti ceramiche
ritrovate e dagli stemmi posti su alcuni edifici.
Uno dei dipinti rappresenta uno scorcio della via dei Bastioni, che
conduce al belvedere, affacciantesi dalle mura merlate. In questa via si
trova un antico forno, ancora funzionante, risalente, nel suo primo impianto
al XVI secolo. Invece la via Gioberti si trova sulla strada principale che
attraversa tutto il Borgo della Boccetta, così si chiama il quartiere, per
via di una targa inserita in una torre con l’iscrizione Cybus fecit, in cui è
scolpita una bottiglia. L’arteria principale, la via Agillina, prende il nome
dall’antica Agylla, come i greci chiamavano la Caisra etrusca, mentre i
romani la chiamavano Caere. La struttura di questo borgo è tipicamente
medievale, a forma di albero, in cui il tronco è la via principale e i rami
sono i vicoli laterali.