Page 14 - Cerveteri in Mostra
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Un altro scorcio rappresenta la piazza del Risorgimento, risalente al 1881, quando
avvenne la ristrutturazione generale della zona, per creare lo spazio necessario per la
costruzione del Palazzo Municipale di stile Umbertino. A questo scopo vennero demoliti
alcuni palazzi antichi e la chiesa di S. Martino del XVI secolo. Sullo sfondo della piazza
è la Fontana del Mascherone, eretta sulle ritrovate condutture antiche che portavano
l’acqua dal fosso Manganello. Rappresenta una Gorgone, dalla cui bocca sgorga l’acqua,
affiancata da due tritoni, che sono stati trasformati dalla fantasia popolare in delfini.
Secondo un antico mito, rappresenterebbero gli etruschi, i quali sarebbero stati
trasformati in delfini dal dio Dioniso o Fufluns, che era stato da loro preso prigioniero.
Altra fonte di ispirazione non poteva che essere, nel territorio cerite, il bellissimo
borgo di Ceri gioiello incastonato su una rupe scoscesa a 150 mt sul livello del mare,
che sovrasta la profonda valle del fosso Sanguinara e la splendida vallata verde
costeggiata da via del Pincetto.
In origine su questo acrocoro inaccessibile sorse probabilmente un villaggio
dell’età del Bronzo Finale, poi un pagus etrusco, occupato più tardi dai romani. Ma
fu soltanto nell’XI-XII secolo che assunse il nome di Cere o Cere Novum, perché vi
si erano rifugiati gli abitanti della vicina città di Cere, fuggiti dalle invasioni saracene,
cui era seguita una pestilenza.
L’abitato conserva un impianto di grande suggestione, dominato dalla chiesa di origine
romanica, anche se in parte alterata da rifacimenti, e dal Palazzo dei principi Torlonia, dal
1833 proprietari del ducato di Ceri, creato nel XVI secolo. Dalla bellissima piazzetta, qui
riprodotta parzialmente, si può ammirare, affacciandosi dalle mura, un grandioso spettacolo
naturalistico: la profonda vallata creata dallo scorrimento secolare del fosso Sanguinara.
Ma le fonti di ispirazione si possono trovare dappertutto, persino nei luoghi di
recentissima urbanizzazione, come la frazione di Valcanneto, dove l’artista vive oggi,
il cui nome evoca un’area selvaggia e paludosa, che doveva proliferare un tempo nella
vallata del fosso di Valle del Canneto. Ma accanto all’abitato moderno è sopravvissuto
un boschetto, oggi attrezzato e fruibile dai cittadini, che ha acceso la sua fantasia.
E ancora più suggestiva l’atmosfera selvaggia delle spiagge, che un tempo ospitavano
i porti etruschi e dove ancor oggi sopravvive una splendida palude, tra Torre Flavia e
Campo di Mare, che ospita una flora e una fauna caratteristica, tutelata dal WWF.
In questa Mostra, dunque, si può ripercorrere un cammino artistico che tocca
ogni aspetto storico, naturalistico, culturale di questo territorio, attraverso gli occhi
incantati e analitici di chi ne è rimasto conquistato ed ispirato.
Rita Papi
Archeologa e scrittrice