Page 20 - Il suonatore di chitarra
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Il giorno dopo torna al suo posto nella piazza al centro
della città. E riprova quel senso di estraneità che aveva
avvertito fin dalla prima volta. Da allora non si lascia
andare a confidenze e riserva solo alcune parole di
circostanza ai negozianti che a volte lo salutano. Per tutti
non ha neppure un nome, è soltanto un misterioso solitario
che viene lì a guadagnare qualcosa suonando la chitarra il
pomeriggio. Si comporta decisamente come un uomo restio
a farsi avanti ma non per timidezza o, peggio, per superbia.
Piuttosto è l’inevitabile prezzo della sorte che gli è
concessa, il pudore necessario a proteggere, forse a salvare,
le sensazioni che ancora gli si muovono dentro. L’agiatezza
di un tempo si è dissolta nell’assistenza alla figlia malata e i
tentativi di riconquistare uno spazio nell’ambiente delle
orchestre sinfoniche sono andati a vuoto. Dal profondo
avvilimento ha cercato di risollevarsi a più riprese ma senza
alcun esito fino a quando la fierezza del carattere è tornata
a scuoterlo dall’apatia, fino a quando si è convinto che
avrebbe dovuto contare solo sul proprio talento e la musica,
sulla gente qualunque e la piazza.