Page 28 - Il suonatore di chitarra
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                         Il  Comitato  respinge  la  proposta,  ma  incurante  delle


                  reazioni,  il  Sindaco  all’indomani  pubblica  l’ordinanza


                  comunale, sette giorni per l’entrata in vigore e la vertenza


                  s’incattivisce.  Furiosi,  i  diretti  interessati  si  riuniscono  in


                  assemblea  con  il  passaparola.  Giudicano  il  gesto  del


                  Comune  una  prepotenza,  una  provocazione  e  tuttavia  si


                  sentono  sfiduciati,  avvertono  la  timidezza  dei  destinatari

                  dei  loro  appelli.  Le  firme  di  sostegno  da  parte  della


                  popolazione  ci  sono  state  ma  in  numero  insufficiente


                  rispetto alle aspettative e dagli altri interlocutori niente di


                  più  che  deboli  e  illusorie  promesse.  Esasperati  dal  rifiuto


                  del dialogo da parte del Sindaco, si rendono conto di essere


                  stati  messi  in  un  angolo.  In  solitudine  sono  costretti  ad


                  affrontare l’incalzare degli eventi, devono in fretta correre,


                  correre contro  il  tempo  e  cercare  una  via  di  salvezza  che


                  non si trova, forse non c’è. Un  gruppo di loro chiede con


                  forza di ricorrere al presidio della piazza ed allo sciopero

                  della fame ad oltranza. Dal fondo di un applauso una voce


                  grida  “  Va  bene,  va  bene  e  adesso  facciamo  vedere  la


                  piazza  senza  di  noi,  la  sua  mutilazione,  l’ordine  che  le


                  autorità  vogliono  imporre”.  In  poche  ore  i  pittori  e  i


                  ritrattisti s’incatenano ai cavalletti, i cantanti si fasciano la


                  bocca, i musicisti richiudono gli strumenti nelle custodie, i
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